domenica 14 settembre 2008

Impatto atmosferico aeroportuale, ecco le stime degli inquinanti


Come ho scritto... in questo periodo mi sto dilettando nel fare... "disegnetti a colori" che mi servono a rappresentare le mie idee e quindi preferisco "copiare & trascrivere" in modo da inserire nel blog elementi e documenti che un domani possono essermi utili... una specie di archivio multimediale.
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Con questa logica, copio e trascrivo una news pubblicata venerdi su Aero Habitat a titolo: Impatto atmosferico aeroportuale, ecco le stime degli inquinanti che qui sotto puoi rileggere:
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Tra i ritardi attuattivi degli interventi per fronteggiare l’impatto ambientale generato da uno scalo aereo Aerohabitat ha spesso presentato tabelle di sintesi e riferito intorno al carico tossico degli inquinanti primari e secondari.
In questa nota enfatizziamo i livelli relativi degli inquinanti principali scaricati nelle fasi di rullaggio, atterraggio e decollo.
Sono dati percentuali ripresi da uno studio che riguarda lo scalo hub parigino di De Gaulle. Nelle due immagini sono identificate, con le colorazione, le fasi del ciclo Landing Take Off (LTO) fino a 3000 piedi (1000 metri).
Nella seconda immagine riepigolativa, con le colorazione, sono invece rappresentati i valori di CO 2, NOx, CO, HC nelle tre fasi del decollo – salita (climb), avvicinamento (approach) e rullaggio (taxi).
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Sempre da Aero Habitat, copio e trascrivo anche questo articolo: Bergamo, agosto ancora in crescita, troppi voli e, probabilmente, rumore che qui sotto potete leggere:
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Anche agosto non smentisce l’impennata di voli e passeggeri ad Orio al Serio. I passeggeri sono stati 673.198 passeggeri (+12,1% sull’agosto 2007).
Nel periodo gennaio - agosto 2008 la somma dei passeggeri a raggiunto quota 4.446.960 (+14,3% rispetto allo stesso periodo 2007). Sono calate invece le merci in agosto (7mila tonnellate, -14,5%), con un totale 2008 a 83.500 tonnellate (-3,5% rispetto al 2007).
Sono stati 5.779 i movimenti d’aeromobili globali di agosto (+3.1%) mentre il complessivo dei primi otto mesi è risultato di 44.292 con un incremento del 8.8% (vedi tabella).
Cosa succede invece sull’impatto acustico?
Stavolta la SACBO, contrariamente alle attese, non è puntuale nel rilevare le varianti dell’impatto acustico.
Soprattutto per quanto riguarda le zone che più critiche.
Ovvero quelle che riguardano gli agglomerati urbani ed i cittadini residenti ad est della pista. Quei caseggiati sottoposti sistematicamente al rumore aereo di tutti gli atterraggi e dei decolli notturni.
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Concludo con questo ultimo articolo: Rumore aereo, MD 80 e aeroporti, dove il Piano Fenice funziona che trascrivo qui sotto:
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Il Piano Felice per la rinascita di Alitalia sta incontrando controversi pareri e opinioni.
Non solo in rapporto al passaggio del network della nuova C.A.I. (Compagnia Aerea Italiana) dal sistema hub a quello point to point con l’identificazione di sei scali di riferimento.
Non solo per la contrazione della flotta ex Alitalia ed Air One, alla navetta Roma Milano Roma in quasi monopolio, all’utilizzo diretto del CAI degli slot Alitalia, al taglio del personale, alla bad company, alla rinuncia al cargo e alla manutenzione pesante.
Ora anche Assoaeroporti (associazione dei gestori aeroportuali italiani) sollecita al Consiglio, al ministro dei Trasporti, al commissario di Alitalia e ai vertici della Nuova Compagnia che "venga urgentemente definito un tavolo di confronto nel quale tutte le parti possano rappresentare le proprie problematiche e definire le iniziative necessarie per salvaguardare il sistema aeroportuale e garantire il servizio e gli investimenti necessari alla propria evoluzione al fine di evitare una rischiosa destabilizzazione del settore e del trasporto aereo in generale".
I gestori aeroportuali rischiano di non vedere onorati i crediti dell’Alitalia in termini di diritti aeroportuali e handling dell’ultimo periodo. Con immediate ripercussioni sui loro bilanci e quindi sulle spese programmate, non solo per gli adeguamenti infrastrutturali, ma per quanto considerato da Aerohabitat, nei supposti interventi e piani di risanamento ambientale degli scali aerei.
Su un unico punto tutti sembrano invece concordare.
Il Piano Fenice taglia, finalmente sostiene Aerohabitat, la flotta arzilla MD 80 e alcuni Boeing 737 della Air One, velivoli di vecchia generazione. Poco efficienti, con elevati costi gestionali oltre che acusticamente pesanti per l’impatto acustico aeroportuale.
Saranno sostituiti da velivoli Airbus 320 e 321 ordinati da Air One.
La preoccupazione tuttavia è un’altra. Speriamo che la flotta MD 80 ex Alitalia non venga acquisita da vettori low cost o charter, siano essi italiani, europei o extra comunitari per continuare la loro attività sulle stesse piste.
Per Aerohabitat non ci sono alternative, dovrebbero essere rottamati (come avvenne per la flotta Airbus 300 Alitalia nel 1997) per evitare il rischio che finiscano in Asia, Africa e SudAmerica aggirando, fra l’altro, stringenti interventi di manutenzione straordinaria predisposti recentemente dalla FAA USA.

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Credo che questi dati e queste considerazioni... possano essere archiviate... per essere ricordate al momento giusto.