mercoledì 20 agosto 2008

A Montichiari oltre il Cargo anche il Civile? Certo... e all'Aeroporto facciamo un Porto?

Un articolo pubblicato sull'Arena di ieri a titolo: «Un errore portare a Montichiari il Cargo» di Carlo Rigoni, con sottotitolo: «LOGISTICA. Il presidente dell’associazione veronese autotrasportatori e spedizionieri contesta la scelta logistica», mi permette di proporre una soluzione a favore dei nostri spedizionieri... trasferire tutte le attività dell'Aeroporto a Montichiari e destinare i 3 milioni di metri quadrati dell'attuale Aeroporto alla realizzazione di un "Porto per le Navi" e quindi per i trasporti marittimi.
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Che cosa si scrive nell'articolo? Questa è la sintesi.
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Grave errore portare il cargo sull’aeroporto di Montichiari scelto per il trasporto aereo delle merci e frutto di una certa politica depauperando le esigenze e le attese dell'economia veronese.
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Ricorda in primo luogo come Verona sia il crocevia dei due corridoi europei (il primo Berlino-Palermo e il cinque Lisbona-Kiev) e considerata una eccellente piattaforma logistica, unitamente a Novara e Trieste. per gli smistamenti dei traffici. Ne consegue che l’interporto al Quadrante Europa assume una funzione basilare al servizio della logistica che si esplica nelle tre modalità di spedizione: aerea, marittima e terrestre.
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Data per scontata la terza, Bresaola lamenta come proprio a Verona non si possa usufruire del trasporto aereo delle merci sebbene sia presente sul territorio la valida struttura. «La Società aeroportuale», sostiene Bresaola, «ha scelto di portare il cargo a Montichiari pur in presenza nel veronese dell’agroalimentare che richiede trasporti immediati e veloci. Per noi non è la stessa andare allo scalo bresciano che non offre i servizi, le opportunità e i collegamenti con il mondo come la Malpensa di Milano dove sono presenti tutte le principali compagnie aeree e dove partono i collegamenti europei e intercontinentali. Ciò come conseguenza della politica decisa dagli amministratori del Catullo nel privilegiare il movimento passeggeri che, presumibilmente, offre maggiori vantaggi economici a scapito del cargo merci e delle aziende operanti nel settore».
Per quanto riguarda la modalità marittima manca un terminal per i container. In proposito il presidente degli spedizionieri ricorda che con il raddoppio del canale di Suez, previsto nel 2010, l’ottanta per cento del traffico marittimo passa per il Mediterraneo.
«Avere un terminal per container e quindi la presenza di compagnie marittime», sottolinea Bresaola, «significa essere inseriti nel network mondiale con tutti i benefici di ricaduta. Verona potrebbe essere cosi considerata a pieno titolo dry port ossia porto secco.
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Che dire dopo un articolo del genere?
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Perchè invece di un Porto "secco" non facciamo un Porto "bagnato"?
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Verona ha bisogno di un Porto per i traffici marittimi da e per il Canale di Suez?
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Dall'Aeroporto di Villafranca al fiume Mincio di Valeggio ci sono solo 15 km e con un canale, scavato nella ghiaia (che qui rende come l'oro) si potrebbe collegare l'attuale Aeroporto Catullo... con il Fiume Mincio.
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Dato che l'acqua di falda si trova tra i 25 e i 30 metri di profondità, si potrebbero scavare tutti i 3.000.000 di metri quadrati dell'area dell'Aeroporto ricavando cosi 90 milioni di mc. di ghiaia con un utile netto... di circa un milardo di euro con cui realizzare il Porto "bagnato".
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Come vedete... "essere capace di scrivere cassate", ne sono bravo pure io.
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Portare al "Catullo" anche le merci, oltre i passeggeri... è una grande "cassata"...
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Ma se c'è da scrivere "cassate"... trasferiamo l'Aeroporto Catullo a Montichiari e, qui da noi, realizziamo il "Porto Catullo" per far nascere a Verona anche i trasporti marittimi.
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In questo modo, al mattino, invece di essere svegliato dal "rumore" degli aerei, verrò svegliato dalle "sirene" delle navi.

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