martedì 14 ottobre 2008

Aeroporti e Piano di Rischio, una corsa affannosa.

Ieri avevo scritto questo messaggio: Con il "Piano di RISCHIO Aeroportuale"... chi RISCHIA di perdere decine di milioni di Euro? e oggi quello che avevo scritto è stato ripreso da Aero Habitat è pubblicato sul loro sito in questa new: Aeroporti e Piano di Rischio, una corsa affannosa che qui sotto ricopio:
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E adesso, cosa succederà?
Anche l’Italia, finalmente, ha varato le sue Public Safety Zone, spazi e aree di sicurezza e salvaguardia lungo l’asse pista.
Uno spazio di sicurezza che si allunga – per le piste con lunghezza superiore a 1200 metri – e raggiunge la distanza di 3000 metri (vedi geometria del rischio). E’ partita una corsa, una legittima e rapida ricerca affannosa a mettersi a norma. Finalmente.
Dal sito
http://vivicaselle.blogspot.com/2008/10/con-il-piano-di-rischio-aeroportuale.html ieri 13 ottobre si evidenzia, ancora una volta questa problematica, riportando una lettera trasmessa dal Sindaco di Sommacampagna agli altri due comuni dell’intorno del Verona – Catullo (Verona e Villafranca) e per conoscenza alla società aeroportuale dello scalo ed all’ENAC.
L’urgenza è evidente, anche se la questione era attesa. Una bozza del Piano del Rischio era stata sottoposta ai Comuni da quasi due anni. Ma gli interrogativi non si possono fermare all’atto amministrativo di messa a norma e d’integrazione e revisione del Piano Regolatore Particolareggiato Comunale e/o intercomunale.
Le zone della “matrice del rischio” identificate da ENAC sono “per i nuovi insediamenti sono applicabili i seguenti indirizzi, in termini di contenimento del carico antropico e d’individuazione delle attività compatibili, che i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza con la propria ordinamento urbanistico – edilizia.”
E precisamente:
- Zona di tutela A: è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.
- Zona di tutela B: possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.
- Zona di tutela C: possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.
Ebbene, in attesa di poter verificare come saranno disegnate queste aree negli aeroporti italiani a maggior traffico aereo, poniamo una domanda alquanto scontata. Cosa succede se queste aree ricadono in zone dove insistono insediamenti storici e/o recenti ad elevato affollamento come costruzioni di scuole, ospedali e, in generale, obiettivi sensibili, o altrimenti attività che possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale.
L’ENAC per questa eventualità riporta:
-“fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle attività esistenti sul territorio”.
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Che dire?
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Grazie ad Aero Habitat... che mi aiuta a divulgare ad un pubblico più vasto e più tecnico, le problematiche ambientali e di sicurezza, commesse alle attività dell'Aeroporto di Verona.
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Problematiche ambientali e di sicurezza di cui i vari Sindaci fanno finta che non esistano, forse per non disturbare il "business" dell'Aeroporto.

1 commento:

  1. Beniamino è una bella notizia.

    Finalmente si sono accorti del RISCHIO per la sicurezza nelle aeree intorno all'aeroporto e sotto le rotte di decollo (e di atterraggio).

    E' arrivata tardi, ma per me è una seppur magra soddisfazione dopo essere stato considerato un rompi per un ventennio (le Osservazioni sulle aree di rispetto aeroportuali per la SICUREZZA le feci anche alla Provincia nella prima stesura del P.T.P./anno 1994!).

    Ciao e grazie per l'intenso e caparbio lavoro che svolgi.
    Elìa

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