mercoledì 5 marzo 2008

Catullo, sugli atterraggi a vista.

Dal sito web di Aero Habitat ricopio questo Comunicato Stampa:
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Catullo, sugli atterraggi a vista.
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Lo scorso 2 marzo il sito
www.vivicaselle.ue ha divulgato un comunicato titolato “Aeroporto Catullo: atterraggi pericolosi ? ? ? dove si descriveva, fotografava e commentava sugli atterraggi sulla pista 22 dello scalo veronese.
Le operazioni riguardavano la giornata del 2 marzo, e citiamo “in alcune ore della giornata… c’è stato un forte vento proveniente da ovest e questa situazione meteorologica, fa si che gli aerei che devono atterrare all’Aeroporto Catullo devono atterrare da Est verso Ovest, (contro-vento) dalla parte opposta dove c’è il “sentiero luminoso di atterraggio” e dalla parte opposta (credo) anche del sistema strumentale di assistenza all’atterraggio degli Aerei. E cosi sono andato nei pressi dell’inizio della Pista dell’Aeroporto, dal lato Est rispetto all’Aeroporto per vedere se riuscivo a realizzare delle… “foto interessanti”. Da subito mi sono accorto che gli aerei, arrivavano tutti a bassa quota … praticamente “costeggiando” l’aeroporto, come se dovessero avere l’aeroporto in vista, per poi effettuare la virata per “mettersi in linea” (spesso con difficoltà) con la pista dell’Aeroporto e… tentare l’atterraggio, perché su 5 atterraggi, un aereo ha dovuto riprendere quota, compiendo invece di una virata, un ampio cerchio, per poi riprovare l’atterraggio, una seconda volta”.
Quello che è avvenuto è del tutto “ordinario”. Quando il vento non lo permette la pista preferenziale e strumentale, ovvero la pista 04 che sorvola Villafranca in atterraggio, viene sostituita con la pista 22 e la procedura di atterraggio prevede un circuito o circling a quote di 80/100 piedi di altezza (circa 250/300 metri sul terreno) dopo aver iniziato l’avvicinamento sulla pista preferenziale 04.
Certo in virata base e in corto finale in atterraggio sulla pista 22 i velivoli sono bassi sul terreno e, quando il vento è teso e/o a raffiche la stabilizzazione lungo la pista è un po’ movimentata. Ma niente di pericoloso. I passeggeri si sentiranno un po’ sballottati ed il cittadino che guarda e fotografa il velivolo può annotare l’insolita manovra a vista – che può sembrare traballante - e a mano del pilota.
Certo il pilota impegnato nella procedura a vista potrà anche ammirare il campanile della chiesa di Dossobuono e quello della Madonna di Dossobuono elevarsi su alcuni palazzine multipiano in corto finale.
(N.B. di Sandrini: gli edifici degli uffici del Quadrante Europa)
Quello che occorre sapere è che la pista disponibile per l’atterraggio 22 è leggermente più corta dei circa 3000 metri totali. La testata 22 è spostata di circa 400 metri e la lunghezza disponibile è di 2657.5 metri. In pratica la testata 22 inizia all’altezza della fine del piazzale di sosta degli aeromobili e la ragione potrebbe essere riconducibile alla presenza di ostacoli – probabilmente noti e segnalati - lungo il sentiero di discesa finale.
L’avvicinamento in atterraggio sulla pista 22 è assistito da un sistema visivo denominato PAPI. Il decollo dalla pista 22 dispone invece di oltre 3000 metri pista e questo permette – in caso di decolli verso sud ovest o Villafranca – di sorvolare gli abitati ad una quota più elevata.
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Ringrazio ancora una volta Aero Habitat per le preziose precisazioni e le continue informazioni relative all'Aeroporto Catullo. Con questa insostituibile collaborazione... mi viene permesso di "imparare" e di "acquisire", continuamente, delle nuove ed importanti "informazioni".
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Ma sul Verona Airport Hotel... a quanti "piedi" di altezza, volano, in atterraggio gli aerei... a vista?
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Ma se per i piloti degli aerei... l'atterraggio a vista è una procedura... "ordinaria", per noi cittadini normali, o spettatori del Bentegodi, che sabato scorso hanno visto la partita del Chievo... questa procedura di atterraggio... suscita qualche "emozione".
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Riporto quindi un articoletto dell'Arena (con foto esplicativa) a titolo: Atterraggio sul "Bentegodi"
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A BASSA QUOTA. I tanti gol validi e annullati e i rigori di Chievo-Lecce non hanno distratto Giovanni Martinelli, fotografo durante la partita di sabato scorso al Bentegodi e pronto a «intercettare» l’aereo che stava volando veramente a bassa quota.
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A quando un articolo dell'Arena...a titolo: Atterraggio sul "Verona Airport Hotel", come ho gia segnalato nel messaggio: Dove cadono gli aerei

1 commento:

  1. Buonasera Beniamino,

    giusto per non dimenticare che continua a procedere l'iter per la realizzazione di una Discarica Rifiuti in Caselle, voluta e deliberata dall'attuale amministrazione comunale di Sommacampagna per "riempire ed oltre" con rifiuti speciali l'ex-cava (e futura-collina) Siberie - anche se (lo ricordo) dal versante della Provincia di Verona è arrivato un deciso "niet!" -, riscontro una notizia che riguarda una delle società che costituiscono l'A.T.I. (Associazione Temporanea d'Impresa) che realizzerà e gestirà - se si farà - la Discarica stessa.

    Si tratta di ETRA S.p.A.

    Scopro infatti che: "La gestione economica e finanziaria della Etra , la multiutility che raggruppa 75 comuni veneti, è finita nel mirino della procura della Corte dei Conti di Venezia che ha avviato un'inchiesta sui bilanci della società, in particolare alcuni indebitamenti già finiti alla ribalta delle cronache. Agli atti in possesso del giudice, ieri potrebbero essersi aggiunte anche le delibere relative al raddoppio degli stipendi dei componenti del Consiglio di gestione" [Fonte: http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3698188&Data=2008-02-28&Pagina=1&Hilights=etra]

    ed ancora: "La gestione economica e finanziaria di Etra Spa nel mirino della magistratura contabile. La Procura della Corte dei Conti di Venezia ha avviato un'inchiesta sui bilanci della multiutility, specializzata nell'erogazione di servizi integrati (acquedotto, fognatura e depurazione), che raggruppa 75 comuni nelle tre province di Padova, Vicenza e Treviso. Il fascicolo è stato aperto qualche settimana fa dopo la denuncia che sarebbe stata inviata da un "colletto bianco", un funzionario di uno dei Comuni soci della stessa Spa.
    L'indagine, appena avviata, è coperta dal massimo riserbo. Si sa soltanto che, all'attenzione degli inquirenti, ci sarebbero i bilanci della società, in particolare alcuni indebitamenti già finiti alla ribalta delle cronache. Da ieri, agli atti in possesso del giudice, potrebbero essere state allegate anche le delibere relative al raddoppio degli stipendi dei componenti del Consiglio di gestione. Un aumento del 100 per cento (da 12 mila a 24 mila euro annui) deciso all'unanimità dall'assemblea dei soci e denunciato dal consigliere comunale di opposizione di Camposampiero (Padova), Domenico Zanon.
    Nel febbraio 2007 era scoppiato il caso di un buco milionario per l'ente che amministra ogni anno almeno 115 milioni di euro (escluse le progettazioni). Etra spa, nata il 1° gennaio 2006 dalla fusione dei tre consorzi per la gestione di acquedotto, rifiuti e fognature (Seta Spa, Brenta Servizi Spa e Altopiano Servizi), avrebbe accumulato in poco più di un anno un buco di circa otto milioni di euro. E a puntare il dito contro una gestione definita "fallimentare" era stato il sindaco di Cittadella, Massimo Bitonci. Un disavanzo che l'ente, secondo Bitonci - tacciato di manovre elettorali (è tra i candidati papabili alla Camera per la Lega Nord alle politiche, ndr) - avrebbe cercato di risanare con una serie di aumenti, a cominciare dalla tariffa dell'acqua. Per la verità, a fissare costi e tariffe è un altro ente: l'Ato (Ambito territoriale ottimale) dove però i soci sono, alla fine, gli stessi di Etra . In effetti, la tariffa dell'acqua dai 90 centesimi di media per ogni metro cubo è passata, in breve tempo, prima a 1,10 euro fino alla tariffa attuale, di 1,24 centesimi al metro cubo. "L'ultimo aumento, deciso qualche mese fa, è stato di 0.14 centesimi, pari al 15 per cento - afferma il presidente di Ato Brenta, la padovana Rina Bellotto - Gli aumenti per una famiglia media con quattro componenti? Due euro al mese, non di più". Molto peggio è andata, invece, a chi vive solo, nella maggior parte dei casi anziani con pensioni minime, per i quali l'aumento è stato anche del 30 per cento.
    Nel 2006 il deficit era di tre milioni e mezzo di euro ai quali si sono aggiunti i rimborsi dovuti ai Comuni tanto da superare, appunto, gli 8 milioni. Tutto ciò nonostante nel 2005 fossero stati presentati ai soci bilanci in pareggio. Voci che, però, in perfetto equilibrio probabilmente non erano come sta cercando di accertare la magistratura contabile.
    A sgonfiare il caso aveva provveduto, un mese più tardi, il presidente Stefano Svegliado, ingegnere, anche lui di Cittadella, fino a poco tempo fa coordinatore provinciale a Padova di Forza Italia, l'unico che non si è "ritoccato" lo stipendio (36 mila euro annui). "Etra si limita a gestire, è Ato che decide. Il disavanzo di Etra non è di 8 milioni, ma di 900 mila euro. Che scendono a 100 mila se si tiene conto che, nel bilancio preconsuntivo, è stato inserito un accantonamento per rischi e oneri futuri di circa 800 mila euro". Il problema riguarderebbe i mutui che rappresentano, da soli, 5 degli 8 milioni di buco (3 sono dovuti a modifiche dei costi). Tutte cifre che ora dovranno essere spiegate, nel minimo dettaglio, a chi è incaricato di vigilare sui conti." [Autore: Nicoletta Masetto - Fonte: http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3698198&Data=2008-02-28&Pagina=11&Hilights=etra].

    Che dire?... Innanzitutto che non è solo il Comune di Sommacampagna a finire nel mirino della Corte dei Corti per "allegrie di bilancio" (cfr. http://www.corteconti.it/Ricerca-e-1/Gli-Atti-d/Controllo-/Documenti/Sezioni-re/Veneto/Pronunce/Pronunce--/Delibere-d1/030_2006_contr_fz.doc_cvt.htm).
    E in secondo luogo che "attendiamo con attenzione" la conclusione del lavoro della Corte dei Conti su Etra S.p.A... questo è dovuto!... augurandoci vivamente che la Società multiutility cui il Comune di Sommacampagna ha affidato (insieme ad altre società) una responsabilità economico-sociale non indifferente (quello di realizzare e gestire una Discarica di Rifiuti Speciali nel nostro territorio) riesca a dimostrare e certificare la propria affidabilità.

    Altrimenti realizzeremo che un buco di bilancio di una Società per Azioni, ha fatto lasciare lì dov'è e com'è un buco (enorme) sul terreno: prendendo atto di quanto e come la nostra amministrazione comunale abbia sperperato pubblici denari (in incarichi, studi, progettazioni, tempo, risorse umane, ecc.) per fare solo un grande e clamoroso buco nell'acqua!
    Ma, quest'ultimo, chi lo riempirà?...

    Cordialmente

    William Bertozzo

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