venerdì 24 ottobre 2008

Un articolo del Corriere e un Comunicato Stampa che (s)parlano della Catullo S.p.A.

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Che strane coincidenze però. Mentre ieri uscivano tutti quegli articoli sull'Aeroporto di Verona (che ho commentato in tutti i messaggi scritti ieri), sul Corriere della Sera usciva un articolo di tutt'altro tono a titolo: Montichiari, volano gli sprechi. Un aereo al giorno, 200 addetti. Articolo che qui sotto ricopio:
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Brescia
Neppure i 12 collegamenti postali notturni raddrizzano il bilancio.
Montichiari, volano gli sprechi.

Un aereo al giorno, 200 addetti.
L'unico decollo alle 15, prima e dopo è solo il deserto.
La capacità teorica di Montichiari è di 3 milioni di passeggeri l'anno, oggi se ne contano meno di duecentomila.
Bettoni: «Finché comanda Verona, lo scalo non si svilupperà.
Pronto un ricorso alla Ue»
MONTICHIARI (Brescia) -
Dal marzo del 2009 il traffico passeggeri dell' aeroporto «D' Annunzio» aumenterà di botto del 100%: i voli quotidiani passeranno infatti da 1 a 2. A oggi infatti, lo scalo nato per servire una delle zone italiane con più fermento economico e sociale offre uno spettacolo desolante: l' unico aereo a muoversi in pista è quello della Ryanair che atterra da Londra alle 14.40 e riparte mezz' ora dopo sempre per la capitale inglese. La low cost irlandese - bontà sua - ha annunciato che tra cinque mesi aggiungerà un collegamento con Cagliari.
Il raddoppio del traffico renderà almeno meno noiosa la giornata ai circa 200 addetti che oggi lavorano al D'Annunzio: nel conto occorre infatti mettere circa 100 dipendenti della società di gestione, 34 poliziotti, 20 vigili del fuoco, una dozzina di finanzieri, una manciata di controllori di volo, più il personale dei negozi, dello sportello bancario (destinato alla chiusura), dell'edicola-tabaccheria.
Per dirla tutta, al volo della Ryanair fanno compagnia 12 collegamenti notturni di Poste Italiane che trasportano la corrispondenza e qualche cargo o volo charter di quando in quando: poca cosa, comunque rispetto alle potenzialità dell'impianto, la cui società di gestione, in sei anni, ha accumulato perdite superiori ai 20 milioni di euro.
Montichiari, scalo fortemente voluto dagli operatori economici e politici locali, era nato addirittura con l'ambizione di far concorrenza a Malpensa; in effetti ha una pista di 3,5 chilometri, che consente l' atterraggio ai colossi dell'aria, una nuova area di parcheggio di 40 mila metri quadrati appena inaugurata (e desolatamente vuota) nonché un sistema radar che assicura decolli e atterraggi anche con una visibilità di appena 70 metri.
Ma il «D'Annunzio» non deve avere le stelle dalla sua parte. Il vettore di riferimento per l'attività cargo (Ocean Airlines) ha alzato bandiera bianca e due mesi fa anche la Air Bee che doveva garantire un minino di traffico passeggeri ha piantato in asso la compagnia.
Sui margini di crescita di Montichiari le idee appaiono a dir poco divergenti: il piano d' area della Provincia di Brescia ipotizzava entro il 2025 ben 20 milioni di passeggeri l' anno; la società «Catullo» (che gestisce il vicino aeroporto di Verona e che controlla l' 85% di Brescia) non si spinge oltre il milione e 800 mila passeggeri; la Regione Lombardia, per la serie «la verità sta nel mezzo», confida su 11 milioni.
Qualcuno che ha sbagliato i conti evidentemente c'è, ma intanto sul destino di Montichiari s'è accesa una baruffa in cui entrano campanilismo, voglia di rivalsa ma soprattutto urgenza di riempire in qualche modo la voragine. «La crisi del nostro aeroporto ha una ragione ben precisa - scandisce Francesco Bettoni, presidente della Camera di Commercio bresciana e come tale azionista del "D'Annunzio" - e cioè il fatto che su di esso comanda Verona; che non ha interesse a far crescere lo scalo.
Verona si è provvisoriamente aggiudicata la gestione delle piste, ma su questa assegnazione abbiamo già avanzato due ricorsi al Tar e ci apprestiamo a fare altrettanto davanti all'Unione Europea». Fino a quando i «vicini» veneti non avranno esaurito gli spazi a loro disposizione - questa è la rimostranza di Brescia - non avranno alcun interesse a far decollare Montichiari.

La questione è talmente urgente che nel giro di pochi giorni è transitata nelle principali istituzioni della città: consiglio comunale e provinciale. «Se Brescia saprà far valere il suo peso politico a Roma - è l'opinione di Emilio Del Bono, capogruppo del Pd a Palazzo Loggia - la trattativa con Verona si riaprirà; in caso contrario la situazione rischia di non cambiare per un bel po' ».
Di ricompattare la situazione si è incaricato invece Alberto Cavalli (Pdl) presidente della provincia di Brescia: «Abbiamo votato una mozione unanime; nonostante siano ormai imminenti le elezioni nessuno ha voluto cavalcare la questione per tornaconto di parte. Mi sembra la dimostrazione di quanto la crisi di Montichiari sia sentita dal territorio».
«Dum Romae consulitur», negli uffici della società aeroportuale si prova ad arginare la crisi. «Il nostro obiettivo - spiega Roberto Gilardoni, direttore a Montichiari - è trovare una compagnia di riferimento, sia per i cargo che per i passeggeri. Le responsabilità di Verona? Sono un tecnico, non mi occupo di questioni politiche. Faccio solo notare che questo campo di volo esiste dal 1909, per decenni è rimasto inutilizzato. I primi investimenti per rilanciarlo sono arrivati da Verona...». Claudio Del Frate
20 milioni LE PERDITE della società Aeroporto di Montichiari dall' anno 2002 al 2007
Dieci anni per un business mancato
Marzo 1999 L' inaugurazione

Il nuovo scalo è stato realizzato con un investimento (pubblico e privato) di 40 miliardi di lire.
«Previsti» 1,3 milioni di passeggeri l' anno
FEBBRAIO 2001
Dissidi con Verona Il «D' Annunzio» controllato dal «Catullo» di Verona non decolla.
I bresciani: «Non vogliamo fare da ruota di scorta»
GIUGNO 2008
Il «no» della Regione
Il Pirellone boccia il piano presentato da Verona per il D' Annunzio: «scarsa ambizione» e non valorizza il mercato lombardo
Del Frate Claudio
Pagina 13 (23 ottobre 2008) - Corriere della Sera

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Di un tono completamente diverso il Comunicato Stampa emesso ieri dall'Aeroporto e ripreso da TgVerona e da Verona Comunica, che qui sotto riporto:
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OPERATIVA LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DEGLI AEROPORTI SISTEMA DEL GARDA
2008-10-24
Il Consiglio di amministrazione della Catullo SpA, ottenuto il nulla osta di ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile), ha reso operativa la nuova struttura organizzativa della Società, già presentata lo scorso maggio dal presidente Bortolazzi in occasione dell’assemblea degli azionisti.
La scelta della profonda riorganizzazione è stata dettata dalla necessità dell’azienda di affrontare nuove sfide di sviluppo con la solidità di una squadra fortemente motivata, in grado di operare con alta rapidità decisionale e, al tempo stesso, di garantire una visione di insieme trasversale.
Il nuovo organigramma prevede la suddivisione degli oneri di controllo tra due Business Unit, una dedicata alla sede veronese e l’altra a quella bresciana, oggi chiamata a un ruolo di forte responsabilità per il rilancio dello scalo di Montichiari.
Grazie all’autonomia delle due unità di business sarà inoltre possibile rivolgere una maggiore attenzione alle specifiche richieste del territorio. Sotto il coordinamento del direttore generale Claudio Boccardo, le due unità hanno precisa responsabilità sui livelli qualitativi del servizio fornito e sui risultati economici da raggiungere. Ad esse fanno capo da oggi sia le attività aeronautiche sia quelle commerciali. La gestione della Business Unit del Catullo è affidata ad interim al direttore generale Claudio Boccardo; quella del D’Annunzio a Roberto Gilardoni.

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Ma oggi è uscito anche un articolo su Guida Viaggi a titolo:
Brescia Montichiari scalo 'sprecato'? e l'articolo dice questo:
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Ad oggi meno di 200mila pax, 20 mln di perdite in sei anni, dice il Corriere
A Brescia Montichiari arriva e decolla un solo volo al giorno, quello di Ryanair per Londra, a cui si aggiungerà nei prossimi giorni quello su Cagliari, sempre a firma della low cost. A denunciare un panorama desolante dello scalo è il Corriere della Sera di oggi, che punta il dito contro gli sprechi. La capacità teorica dell'aeroporto è di 3 milioni di pax, ad oggi se ne contano meno di 200mila, dice il quotidiano (ai voli Ryanair si aggiungono solo quelli notturni postali). In sei anni, poi, lo scalo avrebbe accumulato perdite per 20 mln di euro. Dal canto suo, Francesco Bettoni, presidente della Camera di Commercio bresciana, accusa per la crisi "il fatto che su sullo scalo comanda Verona: che non ha interesse a far crescere lo scalo. Verona si è già aggiudicata la gestione delle piste, ma su questo abbiamo già avanzato due ricorsi al Tar e ci apprestiamo a fare lo stesso all'Ue".
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1^ Domanda: Perchè l'Aeroporto di Verona vuole raddoppiare il Catullo, quando avrebbe un secondo aeroporto in gestione a soli 30 km di distanza che è perennemente in perdità?
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2^ Domanda: Perchè all'Aeroporto di Montichiari non viene trasferita e delocalizzata tutta l'attività del Catullo, visto che il Catullo è senza la Valutazione di Impatto Ambientale, mentre quello di Montichiari è in possesso del Decreto di Compatibilità Ambientale già dal 2000?
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3^ Domanda: Perchè l'aeroporto Catullo invece di investire nella mitigazione ambientale e nella compensazione dei danni creati alla salute e all'ambiente continua a ripianare i debiti dell'Aeroporto di Montichiari?

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4^ Domanda: Perchè la Procura della Repubblica non indaga su quello che sta succedendo nei terreni attorno al Catullo e alle operazioni immobiliari ad essi collegate... a partire dal nuovo parcheggio al coperto e interrato da realizzare a sud dell'Aerostazione?

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