giovedì 27 agosto 2009

Un esempio di come si può "ELUDERE la V.I.A." violando le leggi a difesa dell'Ambiente.

E' solo di un paio di mesi fa... l'ennesima Sentenza che riguarda... il sistema che viene, spesso "architettato" al fine di... "eludere la V.I.A." che in sintesi, si ottiene (un pò furbescamente) suddividendo l'opera in stralci funzionali o tronchi, e questo metodo... è descritto nella Sentenza del Consiglio di Stato, n° 3849 del 16 giugno 2009.
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Una ulteriore Sentenza che cosi determina: la disciplina relativa alla valutazione di impatto ambientale non può essere elusa a mezzo di un riferimento a realizzazioni o interventi parziali, caratteristici nelle opere da realizzarsi per “tronchi” o “lotti”.
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Per cui... quando leggo certi articoli di giornali (sempre che il giornalista abbia riportato correttamente la notizia) dal titolo: "Il centro commerciale diviso per superare il Via", dove già dalle prime righe si legge: "Il «divertimentificio» di Angiari sarà realizzato in due tempi. Un escamotage che renderà superflua la Valutazione di impatto ambientale obbligatoria per strutture e parchi commerciali che superano gli 8mila metri quadrati."
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Suddividere un progetto in stralci... non è un "escamotage per superare la VIA", è invece una evidente... "elusione della V.I.A", e pertanto una palese violazione della V.I.A. con il conseguente... annullamento delle autorizzazioni eventualmente rilasciate.
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Ma ricopiamo l'intero articolo dell'Arena, evidenziando delle frasi, dove si descrive e quindi... si denuncia che è stata violata la normativa sulla V.I.A.
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ANGIARI.
La Fa service ha chiesto l’autorizzazione per i lavori di un primo stralcio del controverso parco del Lavigno
Il centro commerciale diviso per superare il Via
Il Comune ha concesso la licenza edilizia perché «per 8mila mq non serve la valutazione ambientale»
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Il «divertimentificio» di Angiari sarà realizzato in due tempi. Un escamotage che renderà superflua la Valutazione di impatto ambientale obbligatoria per strutture e parchi commerciali che superano gli 8mila metri quadrati. La «Fa service» - società del gruppo Rossetto - ha rivisto il progetto del parco commerciale del Lavigno che è di 14mila metri quadrati e lo ha suddiviso in due stralci.
Ed il Comune nei giorni scorsi ha rilasciato il permesso di costruire per il primo lotto, che avrà una superficie destinata alla vendita 7.994 metri quadrati. Superando così il Via precedente che riguardava tutto il complesso e che all'inizio dell’anno fu invalidato dal Tribunale amministrativo regionale, che annullò anche i verbali della conferenza dei servizi del 2007 con i quali si autorizzava la nascita del «divertimentificio». Per il secondo lotto, invece, bisognerà attendere: la «Fa service» lo ha per il momento congelato, specificando al Comune che «sarà oggetto di separata pratica edilizia».
Nella relazione con cui hanno chiesto la licenza edilizia i tecnici della «Fa service» hanno spiegato che la divisione del piano di lottizzazione non cambierà nulla rispetto al progetto complessivo ad esclusione della ripartizione degli accessi alla galleria, che saranno modificati per dividere la prima parte dalla seconda. Non ci saranno, insomma, «cambiamenti delle strutture murarie, dell'edificio, delle sistemazioni esterne e impiantistiche». Secondo la relazione rimarranno invariate le superfici dei singoli locali, il numero dei servizi, i percorsi per i disabili e le vie di fuga. Dei poco meno di 8mila metri quadrati di superficie, oltre 5mila saranno destinati al commercio non alimentare e 2.605 a quello alimentare. Il lotto comprenderà un supermercato di 4.390 metri quadrati, un negozio di vendita di hi-fi di 2mila, uno spaccio per l'abbigliamento di 860. Gli spazi che resteranno saranno divisi tra negozi più piccoli di calzature, maglie, borse, vestiti, capi intimi, profumi, computer, telefoni, animali domestici, articoli per fumatori, una pescheria e una macelleria equina.
Il primo stralcio, oltre al benestare del Comune, ha ricevuto quello dell'Ulss 21 e dei vigili del fuoco. Ma l'ultima parola spetta alla conferenza dei servizi, convocata per domani alle 14.30, negli uffici del settore commercio regionale, a Mestre. Qui i rappresentanti di Regione, Provincia, Comune e gli esponenti delle associazioni di categoria decideranno se concedere le autorizzazioni definitive sospese con la sentenza del Tar.
Cauta la reazione di Arturo Berardo, delegato regionale di Federterziario, che assieme ad altri due commercianti della Bassa presentò il ricorso che porto a quella sentenza del Tar. «Fino a quando non riceveremo la documentazione e verremmo convocati a Mestre per esaminare la pratica non posso esprimermi», spiega. «Ma mi chiedo a cosa serviva la posa della prima pietra avvenuta lo scorso maggio. Per me è stata solo una presa per i fondelli. Cose da terzo mondo. Noi non siamo comunque contrari al centro commerciale: vogliamo solo che venga rispettata la legge»
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Questo articolo, di fatto, non illustra... un metodo per il "superamento della VIA"... ma DENUNCIA invece una evidente violazione della V.I.A. che avrà... come conseguenza... l'annullamento della Concessione Edilizia... appena rilasciata.
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Perchè il Sindaco di Angiari... non si è accorto che ha concesso un'Autorizzazione che è nulla... ed è illegittima, in quanto rilasciata in palese violazione della Direttiva CE sulla V.I.A. che vieta la suddivisione in stralci e/o in lotti un'opera che - per la sua interezza - deve essere sottoposta a V.I.A.?
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Concludo con altri brani tratti da quest'ultima sentenza del Consiglio di Stato, che sono questi:
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Il Consiglio ha nell’occasione rimarcato che “ex art. 16 comma 4 l. n. 109 del 1994, il progetto definitivo dell’opera pubblica deve essere corredato dallo studio di impatto ambientale, con conseguente necessità della verifica dei profili di impatto ambientale al momento dell’approvazione del progetto che comporti variante al p.r.g..
La valutazione ambientale necessita di una valutazione unitaria dell’opera, ostante alla possibilità che, con un meccanismo di stampo elusivo, l’opera venga artificiosamente frazionata in frazioni eseguite in assenza della valutazione perché, isolatamente prese, non configurano interventi sottoposti al regime protettivo (Consiglio Stato, sez. VI, 30 agosto 2002 , n. 4368).
Diversamente, verrebbe inammissibilmente a trasferirsi in capo ai soggetti redattori dei progetti il potere di determinare i limiti della procedura di V.I.A., attraverso la sottoposizione ad essi di porzioni di opera e l’acquisizione, su iniziative parziali e, perciò stesso, non suscettibili di apprezzamento, circa i “livelli di qualità finale” di una pronuncia di compatibilità ambientale asseritamene non modificabile, con conseguente espropriazione delle competenze istituzionali dell’amministrazione competente e sostanziale elusione delle finalità perseguite dalla legge.
La valutazione di impatto ambientale implica quindi una valutazione anticipata finalizzata, nel quadro del principio comunitario di precauzione, alla tutela preventiva dell’interesse pubblico ambientale.
Ne deriva che, il concetto di valutazione di impatto ambientale implica necessariamente che le opere da valutare abbiano comunque un’incidenza sugli elementi naturalistici del territorio, modificandoli in misura più o meno penetrante, giacché tale valutazione è finalizzata a stabilire se le alterazioni conseguenti alla realizzazione delle opere possano ritenersi “accettabili” alla stregua di un giudizio comparativo che tenga conto, da un lato, della necessità di salvaguardare preminenti valori ambientali, dall’altro, dell’interesse pubblico sotteso all’esecuzione dell’opera, potendo gli organi amministrativi preposti al procedimento di v.i.a. dettare prescrizioni e condizioni per meglio garantire la compatibilità ambientale dell’opera progettata (Consiglio Stato, sez. IV, 03 maggio 2005, n. 2136).
Pertanto, è illegittima l’artificiosa suddivisione del progetto di un’opera, al fine di evitare la sottoposizione dello stesso alla valutazione di impatto ambientale, che sarebbe obbligatoria per l’opera nella sua interezza.
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In sostanza il giornalista dell'Arena ha reso pubblico una... già avvenuta violazione della normativa V.I.A. e in conseguenza il Sindaco di Angiari, ora dovrebbe... "autorevocarsi" l'Autorizzazione rilasciata per il 1° stralcio del cosidetto "Divertimificio".
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Forse non l'avete ancora notato bene, ma dopo la Discarica delle Siberie (di iniziativa del Comune di Sommacampagna), dopo l'Aeroporto Catullo e il Quadrante Europa (Società per Azioni con capitali pubblici) e l'Autodromo del Veneto (di iniziativa della Regione Veneto)... da qualche giorno ho cominciato ad interessarmi di "violazioni della V.I.A"... che sono promosse da Società per Azioni con capitale sociale "privato"... che "smuovono" enormi quantità di investimenti...
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Nei prossimi giorni... seguiranno altri esempi... molto interessanti... molto!!!