sabato 6 dicembre 2008

«No all’uso della linea storica, sì a una galleria per tutelare i quartieri»

Ieri in città, organizzato dalla Provincia, c'è stato un Convegno: «Verona incrocio d’Europa» e i vari partecipanti hanno disquisito sul "Corridoio 1" e del "Corridoio 2", che si incrociano su Verona.
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Il giornale l'Arena ha dedicato due pagine a quel convegno e nella prima pagina il titolo principale era questo: Supertreni, l’Europa finanzia i Corridoi.
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L'articolo più interessante - per chi vive vicino ad uno di questi due corridoi - era però questo: «No all’uso della linea storica, sì a una galleria per tutelare i quartieri».
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Il «corridoio 1» da Berlino a Palermo, a detta del ministro per i Trasporti Altero Matteoli, è «la spina dorsale dell’Europa a 27». Ma, per quanto riguarda il tracciato, la soluzione tecnica da adottare per l’ingresso ferroviario in città della Tav è ancora in fase di studio. E le problematiche inerenti questo nodo sono diventate materia di trattativa fra Rfi e Comune. Per Palazzo Barbieri l’ipotesi prospettata dai tecnici di Rfi, ossia il passaggio sulla linea storica, «è preoccupante», per cui ne chiedono la revisione: o spostare l’ingresso in città o costruire una galleria.
«Il progetto di massima della Verona-Fortezza che avevamo esaminato», osserva l’assessore all’Urbanistica Vito Giacino, «aveva aspetti preoccupanti sul passaggio da Verona, in semplice quadruplicamento, che coinvolge i quartieri di San Massimo, la Sorte e Chievo».
Secondo Giacino, «le recriminazioni dei comitati che non sono pregiudizialmente contrari all’alta velocità, sono legittime, per cui abbiamo esposto le nostre riserve al presidente della Regione, Giancarlo Galan, riuscendo così a bloccare il progetto e ad avviare un dialogo con i tecnici delle ferrovie».
L’obiettivo, spiega, «è studiare un progetto alternativo che salvaguardi gli interessi dei residenti, della città e del Quadrante Europa». La proposta del Comune scaligero è spostare l’ingresso più ad ovest.
«Ma se ciò tecnicamente non fosse possibile», afferma, «chiediamo che tutto il passaggio dell’alta velocità-alta capacità da San Massimo, la Sorte e Chievo sia in galleria coperta, e su queste ipotesi Rfi sta lavorando».
«Non siamo un Comune del no», sottolinea Giacino, «ma questa opportunità di sviluppo dev’essere sostenibile. Ed essendo noi un nodo strategico per la Tav, abbiamo il diritto di chiedere di più».
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La frase che vorrei sottolineare... al mio Assessore all'Ambiente (qualora esistesse) è l'ultima frase detta dall'Assessore all'Urbanistica del Comune di Verona: «Non siamo un Comune del no, ma questa opportunità di sviluppo dev’essere sostenibile. Ed essendo noi un nodo strategico per la Tav, abbiamo il diritto di chiedere di più».
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Se ad Est del quartiere di San Massimo "passa la ferrovia" del Corridoio 1 e a Sud (sempre di San Massimo) "passa la ferrovia" del Corridoio 5... e per avere meno disturbo vogliono coprire la Ferrovia esistente... devo ricordare che a Sud-Est di Caselle... c'è l'incrocio delle due autostrade che appartengono ai due corridoi sopra citati costituiti dall'Autostrada del Brennero e dell'Autostrada Serenissima.
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Visto che - noi di Sommacampagna - fino adesso non abbiamo chiesto nulla - e dato che ... «Non siamo un Comune del no, ma questa opportunità di sviluppo dev’essere sostenibile. Ed essendo noi un nodo strategico per la T.A.V., per le due Autostrade, per il Quadrante Europa e per l'Aeroporto... abbiamo il diritto di chiedere di più?».
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Tra qualche giorno... sarà pronta una proposta che potrebbe essere la... risposta a quel diritto di chiedere di più?

Aeroporti e rumore aereo, ecco cosa fare

Quanti sono gli scali aerei Italiani che hanno completato l’iter di tutela, di misure, di opere ed interventi di mitigazione dall’impatto acustico aeroportuale?
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Avviato i piani di risanamento ambientale?
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Con realismo occorre affermare che, probabilmente, nessuno scalo aereo, qualora avesse avviato o realizzato qualcosa del pacchetto degli interventi di tutela per i cittadini residenti nell’intorno dello scalo, non lo ha completato.
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Anche perché i voli, nonostante la crisi Alitalia, aumentano e in parallelo il rischio di una estensione delle superfici sonore impattate, dell’incremento degli indici di rumore Lva e, ovviamente, dei cittadini interessati, potrebbe aver inesorabilmente continuato a crescere.
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Ma ecco un elenco semplice quanto basilare delle cose da fare ai fini del contenimento dell’impatto acustico e dell’ineliminabile progressiva riduzione riguardano:
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- Infrastrutture aeroportuali;
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- Barriere antirumore;
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- Procedure antirumore;
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- Monitoraggio del rumore aeroportuale;
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- Pianificazione degli insediamenti;
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- Comunicazione Ambientale.
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In breve, infatti, le opere di ampliamento e potenziamento devono essere finalizzati non solo ad aumentarne le capacità operative, ergo aumento del traffico, ma anche a contenere e ridurre l’impatto ambientale sugli insediamenti. Gli interventi di mitigazione devono prevedere la realizzazione di barriere antirumore nel perimetro aeroportuale a difesa del centri abitati.
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L’uso delle piste deve essere inoltre correlato alle fasce orarie diurne e notturne.
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Devono essere previste (i) restrizioni al volo per le flotte di Capitolo 3 di fascia più rumorosa (MD 80 e altri) Annesso 16 ICAO (ii) adozione di profili di salita adeguati (ICAO A o ICAO B) per ridurre al minimo il sorvolo dei centri abitati da parte degli aeromobili.
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La pianificazione degli insediamenti deve avvenire attraverso una selettiva politica di concessioni edilizie (criteri per regolare l’attività urbanistica nel territorio circostante l’aeroporto) e di zonizzazione acustica definita.
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Una costante verifica continuata e circostanziata con un sistema di monitoraggio del rumore aeroportuale correlato con la traccia radar per rilevare l’impatto acustico sul territorio prodotto dalle attività aeronautiche. La mappatura degli eventi registrati dalle centraline deve evidenziare gli indici Leq, SEL, Lmax, Lden e Lnight i valori Ln percepiti, Lpeak e LUWpeak (i valori di picco pesati e non), correlati all’orario dell’ evento registrato.
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Non può mancare il riscontro delle violazioni alla procedura antirumore e associata ad una comunicazione ambientale disponibile ai cittadini con l’elaborazioni statistiche e rapporti.
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Questo stadio iniziale di mappatura dell’impatto sonoro complessivo generato dalle flotte aeree a terra ed in basso sorvolo dovrebbe preludere alle misure ed alle opere degli interventi di risanamento ambientale (insonorizzazione degli edifici, ecc.).
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Ovviamente il testo sopra riportato... non è mio, ma è una news di Aero Habitat - copiata al 100% - a titolo: Aeroporti e rumore aereo, ecco cosa fare. News che il "mio" Assessore alle Immondizie, alle cave e alle Discariche... ri_ovviamente... non legge.