sabato 17 gennaio 2009

Verso il Piano Aeroporti Nazionale, una tiepida speranza. Che succederà al Catullo?

Qualche giorno fa era stato pubblicato un Comunicato Stampa su Aero Habitat a titolo: Verso il Piano Aeroporti Nazionale, una tiepida speranza, che qui sotto ricopio:
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Con un comunicato stampa ieri 13 gennaio l’ENAC ha dato conto del superamento dello stadio iniziale dell’iter che dovrebbe portare anche il paese Italia a disporre di un Piano Nazionale Aeroporti. Cosa significa? Niente di straordinario per un Paese normale.
Che anche in Italia, tra qualche tempo e dopo che la “politica” avrà dibattuto la materia si potrà identificare una rete funzionale ed efficiente degli scali aerei con requisiti e prospettive (I) regionali, (II) nazionali, (III) internazionali ed (IV) intercontinentali.
Potremmo, forse, qualificare i target ed il potenziamento dei singoli aeroporti, e forse affrancarsi da decenni di campanilismi aeroportuali.
Venire a capo degli scali hub e di quelli feeder. Probabilmente anche risolvere e/o definire le strategie dei collegamenti low cost per scali periferici e marginali. Evitando taluni accordi capestro con aerolinee low cost.
Con lo studio “Sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale quale componente strategica dell’organizzazione infrastrutturale del territorio” tutto questo potrebbe essere risolto.
Ma solo se la”politica” saprà, in tempi brevi, colmare i ritardi del sistema dell’aviazione commerciale Italiana, superando dualismi nordsud e est ovest.
Aerohabitat propone il testo integrale del comunicato.
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CONCLUSA LA GARA EUROPEA PER L’AFFIDAMENTO DI UNO STUDIO SULLO SVILUPPO DELLA RETE AEROPORTUALE NAZIONALE
L’ENAC rende noto che si è conclusa la procedura di gara europea bandita sulla base di una iniziativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, definita in un accordo sottoscritto il 22 dicembre del 2006 tra tale Ministero e l'Ente, per il finanziamento congiunto di 600.000 Euro (di cui 500.000 Euro a carico del Ministero e 100.000 Euro a carico dell'Ente) per l’affidamento dell’elaborazione di uno studio sullo “Sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale quale componente strategica dell’organizzazione infrastrutturale del territorio”.
Lo studio è stato aggiudicato al raggruppamento composto da One Works S.p.A., Nomisma S.p.A. e KPMG Advisory S.p.A..
Si tratta di uno studio programmatico, tarato sulle esigenze e sulle ipotesi di sviluppo competitivo del sistema aeroportuale nazionale, che verrà proposto dall’ENAC al Ministero di riferimento e che potrà diventare la base per la redazione del piano nazionale degli aeroporti italiani.
Il raggruppamento societario che si è aggiudicato la gara dovrà presentare il progetto entro otto mesi dalla data della firma del contratto.
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Leggendo questo Comunicato mi sono ricordato di due fatti.
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Il primo...
...che nel Bilancio Sociale 2007 dell'Aeroporto Catullo, a pagina 13 c'è scritto questo: "Nel corso del 2007 sono inoltre stati presentati ad ENAC i Piani di Sviluppo Aeroportuale degli aeroporti di Verona Villafranca e Brescia Montichiari, per l’avvio dell’istruttoria di competenza dell’Ente".
Il secondo...
...che in una lettera ricevuta dall'Aeroporto Catullo mi viene confermato, di nuovo, che in data 8.3.2007 vi sarebbe stata questa formale presentazione.
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In teoria sono quasi due anni che esisterebbe... un Piano di Sviluppo Aeroportuale di Verona... e sarebbe interessante poterlo vedere. L'unica traccia di questo P.S.A. è la consultazione dei documenti relativi al nuovo Casello Autostradale per l'Aeroporto.
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Dopo domani sono curioso di vedere se di questo Piano di Sviluppo Aeroportuale vi sarà "segno" sulle carte e "scritti" nelle norme del Piano di Assetto del Territtorio di Sommacampagna.
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Visto che ho riletto la lettera a firma dell'Ing. Boccardo, direttore Generale dell'Aeroporto di Verona credo sia interessante ricopiare una parte di detto testo, quello relativo alla V.I.A. anzi alle "scusanti per la mancanza della VIA" dell'Aeroporto Catullo.
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Cosi scrive l'Ing. Boccardo il 19 gennaio 2008:
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L'Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca è un aeroporto militare aperto al traffico civile dal 1961 e di conseguenza lo scalo, in quanto preesistente al primo atto normativo mazionale attuativo della direttiva comunitaria in materia di VIA, rimane escluso dall'assoggettabilità a VIA per quelle opere ed infrastrutture già presenti all'entrara in vigore della normativa stessa. Ciò in applicazione della clausula di irretroattività della legge, enunciata dall'art. 11 delle Disposizioni sulla legge in generale al Codice Civile.
Relativamente agli interventi eseguiti negli ultimi anni, si ribadisce che gli stessi sono soggetti all'autorizzazione dell'ENAC ai sensi dell'art. 702 del Codice della Navigazione e sono stati sottoposti ad iter di approvazione da parte degli Enti competenti; nel caso specifico dei più significativi, quali l'hangar di ricovero e di manutenzione aeromobili e l'edificio aerostazione arrivi, l'approvazione è avvenuta a seguito di Conferenza di Servizi.
Le eventuali, ulteriori, migliorie strutturali rientranti nel progetto di sviluppo, tali da poter essere qualificate come innovazioni sostanziali, saranno attuate nell'osservanza della normativa di settore, assogettando i relativi progetti alla procedura di VIA (nazionale) come oggi disciplinata dal recentissimo D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4.
In tal senso, l' 08.03.2007 è stato presentato ad ENAC il documento di stesura preliminare del Piano di Sviluppo Aeroportuale, che, a partire da una analisi dello stato attuale dello scalo veronese, si pone come obiettivo il delineare le linee guida di intervento atte a consentire il soddisfacimento della domanda di trasporto aereo a breve/medio termine (2024), e con una visione dello sviluppo a lungo termine. Tale procedimento viene gestito da ENAC e prevede l'attivazione della procedura di VIA su iniziativa diretta di ENAC.
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Dopo questa rilettura... mi ripongo una serie di domande.
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Perchè l'Ing. Agricola - Direttore Generale per la Salvaguardia Ambientale del Ministero dell'Ambiente, con una lettera spedita in data 12 Gennaio 2008 (qualche giorno prima di quella dell'Ing. Boccardo) dice esattamente il contrario di quello che sostiene l'ing. Boccardo?
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Perchè la stessa società Aeroporto Catullo, per poter aprire al traffico civile l'Aeroporto Militare di Montichiari ha dovuto chiedere la sottoposizione alla VIA e ottenere il Decreto di Compatibilità Ambientale?
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Perchè l'Aeroporto di Cuneo ha chiesto di poter essere escluso dalla VIA e la decisione "di non presentare la VIA" l'ha decisa e determinata il Ministero con apposito Decreto e non il Direttore dell'Aeroporto di Cuneo?
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Perchè l'Aeroporto di Napoli-Capodichino, che come quello di Verona... è un Aeroporto Militare aperto al traffico civile... ha dovuto chiedere la sottoposizione alla VIA per poi ottenere il Decreto di Compatibilità Ambientale?
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Perchè se l'ing. Boccardo avesse ragione... l'Aeroporto di Verona... non è allora in possesso di un Decreto di Esclusione dalla VIA?
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Perchè queste semplici domande non se le pone il "mio" Sindaco... a difesa della qualità di vita e della salute dei "suoi" concittadini?
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Sono curioso di leggere quello che sarà scritto nel rapporto ambientale per la VAS del Piano di Assetto del Territorio di Sommacampagna... che verrà discusso lunedi prossimo in Consiglio Comunale a Sommacampagna