mercoledì 20 febbraio 2008

Ma qui, la V.I.A. c'è o... non c'è?

Devo aver qualche problema con... "la V.I.A." se ora... che mi ha scritto il Direttore Generale per la Salvaguardia Ambientale (del Ministero dell'Ambiente)... vedo "mancanze di V.I.A." dappertutto... anche aprendo L'ARENA e leggendo certi articoli... mi domando: "ma qui, la V.I.A. c'è o... non c'è?".
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Un articolo pubblicato oggi sul quotidiano "L'ARENA", a firma di Emanuele Zanini, mi costringe a pormi ancora questa domanda, che ripeto: "ma qui, la V.I.A. c'è o... non c'è?"
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Ma prima di scrivere altre considerazioni... meglio ricopiare l'articolo nella sua interezza... e alla fine scrivere dei commenti:

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SONA. L’impresa vuole allungare i binari fino a 600 metri per poter caricare 15 treni al giorno. All’amministrazione la cifra può far comodo per ridurre i debiti. Offre soldi al Comune per ampliare il suo scalo.
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Offre un milione di euro al Comune pur di ottenere la licenza per ampliare il suo terminal ferroviario. L’idea, ora al vaglio del Comune che ha preparato un’ipotesi di accordo, è dell’imprenditore Luciano Urbani, amministratore della Corbaz srl, la società proprietaria dell’area accanto alla stazione della ferrovia di Sona-Sommacampagna.
Lì c’è lo scalo ferroviario, a ridosso del monte Spada. La richiesta riguarda l’ampliamento del piazzale del terminal e l’allungamento dei binari fino a 600 metri.
La vicenda nacque tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, quando iniziarono i lavori di escavazione dell’area di 44 mila metri quadrati per la realizzazione di un interscambio di merci su ferro e su gomma, in una zona già destinata ad attività produttive logistiche dalla pianificazione urbanistica e territoriale e dove è previsto il passaggio della Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità.
Nel 2001 Urbani acquistò Corbaz. L’anno scorso il Comune ha posto sotto sequestro una parte del cantiere. Una palazzina, che avrebbe ospitato gli uffici del terminal, e uno scavo di 300 metri con un muro di sostegno lungo la ferrovia, secondo il municipio, erano stati realizzati abusivamente. Il relativo ricorso al Tar presentato dalla ditta fu respinto. Già da alcuni anni il Comune si era sempre detto contrario al piano di ampliamento.
Negli ultimi mesi, tuttavia, è iniziato un progressivo avvicinamento tra le parti con una serie di proposte dell’azienda che si sono sviluppate fino a quest’ultimo accordo, che può rimpolpare le casse comunali, impoverite dagli ingenti debiti a cui l’amministrazione deve far fronte.
Secondo Urbani l’allungamento dei binari paralleli alla ferrovia, previsti in un’area agricola di proprietà della Agromar, consentirebbe alla propria attività di andare a pieno regime. «Ad oggi», spiega, «riusciamo a gestire il carico soltanto di un treno. Con l’allungamento dei binari potremmo arrivare a scambiare le merci di 15 treni».
Nella contrattazione, oltre al pagamento di un milione di euro, al Comune verrà ceduto anche il 5 per cento delle quote di Duss Italia Terminal, l’impresa tedesca che gestisce il terminal, il 40 per cento della quale appartiene a Oikia Finanziaria, società controllata e presieduta da Urbani. La Corbaz lascerà all’amministrazione comunale anche la parte del monte che sovrasta il piazzale del terminal e il tratto di via Montespada che collega via Bussolengo alla collina, compresa la strada.
Inoltre, con una fideiussione di 258 mila euro, la Corbaz realizzerà una rotonda sulla strada provinciale Morenica all’altezza di via Montespada, in località Olmo, che permetterà ai camion di raggiungere il cantiere.
Il progetto prevede inoltre la costruzione di due magazzini per il deposito delle merci dell’interscambio e per la manutenzione dei mezzi, a ridosso della collina. Diversi cittadini si sono lamentati del deturpamento ambientale compiuto in questi anni ai danni del monte, che nel corso di un ventennio è stato progressivamente scavato per decine e decine di metri. Gli abitanti della zona temono che gli scavi effettuati mettano a repentaglio la stabilità del monte Spada.
«Gli scavi», si difende Urbani, «sono stati eseguiti dai vecchi proprietari, prima che acquistassi la Corbaz. Le verifiche geologiche effettuate tra l’altro dicono che non ci sono pericoli».
Nell’accordo è previsto anche un piano per riqualificare la collina, con la piantumazione di piante e la sistemazione delle scarpate provocate dagli scavi eseguiti negli anni scorsi.
Con le elezioni comunali ormai alle porte si accorciano i tempi per la discussione dell’accordo al prossimo consiglio comunale, di cui non si conosce ancora la data.
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Per il sottoscritto... visto quanto scritto dall'Ing. Agricola nella lettera che ho ricevuto (anche se in merito all'Aeroporto) segnalo, in particolare, il seguente paragrafo... che cosi recita: "Infatti, l’eventuale degrado della qualità ambientale è riconducibile all’inquinamento prodotto dalle sorgenti in movimento, siano esse aerei che veicoli su gomma, nonché dalla gestione dei servizi connessi all’esercizio e alla operatività della struttura".
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E' evidente che... se in uno scalo ferroviario, si passa da... 300 metri a... 600 metri, di lunghezza dei binari e... se "si lavorano" 15 treni-giorno ...al posto di un solo treno, c'è un ovvio e concreto... "aumento del traffico", con altrettando conseguente... degrado della qualità ambientale... e quindi... ci vuole la V.I.A. - la Valutazione di Impatto Ambientale.
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E ripeto la domanda: "ma qui, la V.I.A. c'è o... non c'è?". Qualcuno ha chiesto... se c'è la V.I.A.?
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Questo Scalo Merci... è stato sottoposto alla Valutazione di Impatto Ambientale e, quindi, ha ottenuto il Decreto di Compatibilità Ambientale? Senza questo Decreto V.I.A., quell'attività non può operare e nessun treno può essere caricato e/o scaricato in quel posto?
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O al Comune di Sona... basta incassare il milione di euro... e dimenticando che magari se ci fosse la V.I.A. potrebbe incassarne il doppio e/o il triplo... ottenendo cosi dei significativi interventi di mitigazione ambientale e/o interventi di compensazione... sempre che però che quell'intervento si possa autorizzare in quel posto e in quel modo?
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In merito a questo argomento, ho ovviamente scritto un messaggio su: "il Baco da Seta" in quanto credo che parte di detto terreno interessato dallo scalo possa anche... essere ubicato nel comune di Sommacampagna. In ogni caso... se creano uno scalo merci a Sona... e i camion escono dal Casello di Sommacampagna della "A4" per arrivare li, succede poi... che Sona incassa il milione di dollari e Sommacampagna... si becca l'inquinamento di 400-500 camion al giorno (500 andata e 500 ritorno) che servono a riempire i 15 treni. O no?
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La stessa domanda: "ma qui, la V.I.A. c'è o... non c'è?", poi la potrei fare anche per quelle "ditte che vengono citate" nei vari articoli, quando "si parla degli odori nella Valle di Sona"... "ma quelle ditte... sono o... non sono... in possesso di Decreto V.I.A.?"
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Il Comitato "Cielo & Terra", al quale avevo scritto anche per la "Mancanza di V.I.A." dell'Aeroporto, in merito invece alle ditte, dalle quali "potrebbero provenire" gli odori... si è mai chiesto... questa domanda: "ma queste ditte, la V.I.A. c'è l'hanno... o non c'è l'hanno?".

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