Quanti sono gli scali aerei Italiani che hanno completato l’iter di tutela, di misure, di opere ed interventi di mitigazione dall’impatto acustico aeroportuale?
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Avviato i piani di risanamento ambientale?
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Con realismo occorre affermare che, probabilmente, nessuno scalo aereo, qualora avesse avviato o realizzato qualcosa del pacchetto degli interventi di tutela per i cittadini residenti nell’intorno dello scalo, non lo ha completato.
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Anche perché i voli, nonostante la crisi Alitalia, aumentano e in parallelo il rischio di una estensione delle superfici sonore impattate, dell’incremento degli indici di rumore Lva e, ovviamente, dei cittadini interessati, potrebbe aver inesorabilmente continuato a crescere.
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Ma ecco un elenco semplice quanto basilare delle cose da fare ai fini del contenimento dell’impatto acustico e dell’ineliminabile progressiva riduzione riguardano:
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- Infrastrutture aeroportuali;
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- Barriere antirumore;
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- Procedure antirumore;
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- Monitoraggio del rumore aeroportuale;
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- Pianificazione degli insediamenti;
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- Comunicazione Ambientale.
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In breve, infatti, le opere di ampliamento e potenziamento devono essere finalizzati non solo ad aumentarne le capacità operative, ergo aumento del traffico, ma anche a contenere e ridurre l’impatto ambientale sugli insediamenti. Gli interventi di mitigazione devono prevedere la realizzazione di barriere antirumore nel perimetro aeroportuale a difesa del centri abitati.
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L’uso delle piste deve essere inoltre correlato alle fasce orarie diurne e notturne.
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Devono essere previste (i) restrizioni al volo per le flotte di Capitolo 3 di fascia più rumorosa (MD 80 e altri) Annesso 16 ICAO (ii) adozione di profili di salita adeguati (ICAO A o ICAO B) per ridurre al minimo il sorvolo dei centri abitati da parte degli aeromobili.
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La pianificazione degli insediamenti deve avvenire attraverso una selettiva politica di concessioni edilizie (criteri per regolare l’attività urbanistica nel territorio circostante l’aeroporto) e di zonizzazione acustica definita.
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Una costante verifica continuata e circostanziata con un sistema di monitoraggio del rumore aeroportuale correlato con la traccia radar per rilevare l’impatto acustico sul territorio prodotto dalle attività aeronautiche. La mappatura degli eventi registrati dalle centraline deve evidenziare gli indici Leq, SEL, Lmax, Lden e Lnight i valori Ln percepiti, Lpeak e LUWpeak (i valori di picco pesati e non), correlati all’orario dell’ evento registrato.
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Avviato i piani di risanamento ambientale?
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Con realismo occorre affermare che, probabilmente, nessuno scalo aereo, qualora avesse avviato o realizzato qualcosa del pacchetto degli interventi di tutela per i cittadini residenti nell’intorno dello scalo, non lo ha completato.
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Anche perché i voli, nonostante la crisi Alitalia, aumentano e in parallelo il rischio di una estensione delle superfici sonore impattate, dell’incremento degli indici di rumore Lva e, ovviamente, dei cittadini interessati, potrebbe aver inesorabilmente continuato a crescere.
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Ma ecco un elenco semplice quanto basilare delle cose da fare ai fini del contenimento dell’impatto acustico e dell’ineliminabile progressiva riduzione riguardano:
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- Infrastrutture aeroportuali;
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- Barriere antirumore;
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- Procedure antirumore;
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- Monitoraggio del rumore aeroportuale;
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- Pianificazione degli insediamenti;
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- Comunicazione Ambientale.
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In breve, infatti, le opere di ampliamento e potenziamento devono essere finalizzati non solo ad aumentarne le capacità operative, ergo aumento del traffico, ma anche a contenere e ridurre l’impatto ambientale sugli insediamenti. Gli interventi di mitigazione devono prevedere la realizzazione di barriere antirumore nel perimetro aeroportuale a difesa del centri abitati.
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L’uso delle piste deve essere inoltre correlato alle fasce orarie diurne e notturne.
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Devono essere previste (i) restrizioni al volo per le flotte di Capitolo 3 di fascia più rumorosa (MD 80 e altri) Annesso 16 ICAO (ii) adozione di profili di salita adeguati (ICAO A o ICAO B) per ridurre al minimo il sorvolo dei centri abitati da parte degli aeromobili.
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La pianificazione degli insediamenti deve avvenire attraverso una selettiva politica di concessioni edilizie (criteri per regolare l’attività urbanistica nel territorio circostante l’aeroporto) e di zonizzazione acustica definita.
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Una costante verifica continuata e circostanziata con un sistema di monitoraggio del rumore aeroportuale correlato con la traccia radar per rilevare l’impatto acustico sul territorio prodotto dalle attività aeronautiche. La mappatura degli eventi registrati dalle centraline deve evidenziare gli indici Leq, SEL, Lmax, Lden e Lnight i valori Ln percepiti, Lpeak e LUWpeak (i valori di picco pesati e non), correlati all’orario dell’ evento registrato.
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Non può mancare il riscontro delle violazioni alla procedura antirumore e associata ad una comunicazione ambientale disponibile ai cittadini con l’elaborazioni statistiche e rapporti.
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Questo stadio iniziale di mappatura dell’impatto sonoro complessivo generato dalle flotte aeree a terra ed in basso sorvolo dovrebbe preludere alle misure ed alle opere degli interventi di risanamento ambientale (insonorizzazione degli edifici, ecc.).
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Questo stadio iniziale di mappatura dell’impatto sonoro complessivo generato dalle flotte aeree a terra ed in basso sorvolo dovrebbe preludere alle misure ed alle opere degli interventi di risanamento ambientale (insonorizzazione degli edifici, ecc.).
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Ovviamente il testo sopra riportato... non è mio, ma è una news di Aero Habitat - copiata al 100% - a titolo: Aeroporti e rumore aereo, ecco cosa fare. News che il "mio" Assessore alle Immondizie, alle cave e alle Discariche... ri_ovviamente... non legge.
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