Oggi non ho tempo di scrivere nel Blog, devo prepararmi del "materiale" e della documentazione "idonea" al poter intervenire durante le presentazioni del P.A.T. del Comune di Sommacampagna che ci saranno nei prossimi giorni, come ho anticipato in questo messaggio: El "P.(i).A.T." l'è pront... adess.. se magna. .
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Ho quindi copiato un intervento di Aero Habitat avente questo titolo: Rumore Aeroportuale.
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Ad oltre dieci anni dalla emanazione della legge quadro sull’inquinamento acustico l’Italia è ancora all’anno zero per gli interventi a tutela delle popolazioni esposte alle emissioni sonore nell’intorno aeroportuale (vedi comunicato Aerohabitat del 2 gennaio 2002) ma soprattutto non dispone ancora di un quadro realistico del numero dei cittadini interessati: le mappe acustiche esistenti non sarebbero conformi alle normative. Le elaborazioni previsionali INM utlizzate non sarebbero, infatti, corrispondenti alle istruzioni per l'uso del modello matematico USA.
Quanti sono i cittadini italiani esposti ad indici superiori a 60 Lva, o a 65 Lva?
La disputa continua a riproporre numeri diversissimi. Rilevanti per i comitati di protesta, ambientalisti ed amministratori locali (sindaci, ecc.), minimi o contenuti e comunque stimati in calo repentino per gli amministratori istituzionali (ANPA; ARPA; Provincie, Regioni, ecc.). Ma anche sugli ordini di grandezza, centinaia, migliaia, le posizioni appaiono distanti.
Nei paesi occidentali nei quali la sensibilità ambientale e la tutela dei cittadini sono concrete ed effettiva, i numeri quadrano e la pianificazione delle misure, delle tecniche e degli interventi sono da decenni adottate. Nella tabella seguente proponiamo un elenco, sono dati del 1990 dei più trafficati scali USA, e segnalano il numero di cittadini coinvolti e l’anno dal quale sono state avviate le misure di mitigazione che hanno ridotto le zone e i cittadini, pur dinanzi all’incremento dei voli (in pratica il trasporto aereo ha nel periodo registrato il raddoppio dei movimenti).
Quanti sono i cittadini italiani esposti ad indici superiori a 60 Lva, o a 65 Lva?
La disputa continua a riproporre numeri diversissimi. Rilevanti per i comitati di protesta, ambientalisti ed amministratori locali (sindaci, ecc.), minimi o contenuti e comunque stimati in calo repentino per gli amministratori istituzionali (ANPA; ARPA; Provincie, Regioni, ecc.). Ma anche sugli ordini di grandezza, centinaia, migliaia, le posizioni appaiono distanti.
Nei paesi occidentali nei quali la sensibilità ambientale e la tutela dei cittadini sono concrete ed effettiva, i numeri quadrano e la pianificazione delle misure, delle tecniche e degli interventi sono da decenni adottate. Nella tabella seguente proponiamo un elenco, sono dati del 1990 dei più trafficati scali USA, e segnalano il numero di cittadini coinvolti e l’anno dal quale sono state avviate le misure di mitigazione che hanno ridotto le zone e i cittadini, pur dinanzi all’incremento dei voli (in pratica il trasporto aereo ha nel periodo registrato il raddoppio dei movimenti).
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In merito al "Rumore Aeroportuale", come ho scritto ieri: Impatti a MACROscala e impatti a MICROscala. Un paio di esempi ho presentato una: "Richiesta di accesso ai documenti amministrativi, chiedendo: di prendere visione, con rilascio su CD_ROM in supporto informatico, dei sottoindicati documenti amministrativi relativi alla nuova procedura di decollo e delle procedura antirumore come licenziate dall'E.N.A.C. e come risulta sul Comunicato Stampa dell'Aeroporto del 17/6/2008, per i seguenti motivi: Tutela della Salute Pubblica".
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Quindi aspettiamo di vedere questi documenti... (Me li daranno poi?)
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