giovedì 10 luglio 2008

ASSOLTO... 3° Articolo sull'ARENA

Anche su: L'ARENA ... è uscito un articolo che riguarda il "cosa mi è successo" ieri in Tribunale:
LITI A SCUOLA.
Coinvolto un «profe» del Nani
Privacy violata?
Agì a fin di bene, genitore assolto
Era il primo processo celebrato per il reato di violazione della privacy.
E ieri il giudice Laura Donati ha assolto da questa e altre accuse un genitore che con un insegnante aveva avuto una serie di scontri. Assolto dalla violazione perchè, come ha sottolineato il giudice nella motivazione, «la condizione di punibilità pretende che il comportamento arrechi un danno» (mentre l’insegnante continuò a rimanere nell’istituto) e inoltre ha sottolineato come il genitore avesse «agito per il bene della scuola»: si era dato da fare per sapere se avesse ancora titolo per rimanere ad insegnare poichè la sua materia era compresa nel vecchio piano di istruzione.
E lui, difeso dall’avvocato Massimo Ruffo, ha sempre sostenuto che il suo comportamento rappresentava un legittimo esercizio del diritto di critica, non era un attacco personale ma il disappunto era rivolto all’insegnante. Insomma, un po’ come ribadire che il fine giustifica i mezzi.
Sta di fatto che da tutti gli addebiti, due denunce per ingiuria, 3 per diffamazione e, appunto, la violazione della privacy, è stato assolto. La parte civile, rappresentata dall’avvocato Enrico Querena, aveva chiesto un risarcimento di 30 mila euro da destinare ad una borsa di studio. Che non ci sarà.
Una vicenda controversa, legata al battagliero rapporto tra un insegnante del Nani e l’allora presidente del Consiglio d’istituto. Rapporto talmente difficile che tra i due gli scambi verbali si trasformarono in denunce: cinque capi di imputazione quelli che il pm Carlo Villani ha contestato, sulla base delle querele presentate dal professore, al genitore che era a capo del consiglio d’istituto.
Tutto iniziò durante le riunioni, quando il genitore-presidente disse all’insegnante che «era ignorante delle leggi e che le usava a suo comodo», alcuni giorni dopo vedendolo fumare lo apostrofò dicendogli che «non faceva nulla» e infine che «era un incompetente».
Questo fu l’inizio e un giorno nella cassetta della posta trovò in una busta senza mittente alcuni documenti relativi ai ricorsi presentati al Tar dall’insegnante: in discussione c’era il mantenimento della cattedra per la materia che rientrava nel vecchio piano. Li lesse e poi chiese di sapere l’esito dei procedimenti. Per l’accusa superò il limite poichè la curiosità si «trasformò» in abuso del trattamento dei dati personali.
Ma «agì a fin di bene». Assolto.
.
Per dovere di cronaca, per completezza di informazione e sempre in attesa di leggere la sentenza, devo scrivere anche questo:
.
Essendo stata una "sentenza di assoluzione", conseguente ad un rito abbreviato, la parte civile, cioè il Bergamaschi, ora può solo chiedere... alla Procura della Repubblica... di impugnare la sentenza. Per chiedere questo, il Bergamaschi, ha tempo 15 giorni.
.
Immagino quindi che da questa mattina, il Bergamaschi (conoscendolo molto bene) stia "bivaccando" nei corridoi della Procura della Repubblica... cercando di ottenere un appuntamento dal Procuratore Capo.
.
Ma una "prima" cosa è certa... sono in attesa di leggere una sentenza di assoluzione, poi per il resto ne discutiamo tra 15 giorni.

Nessun commento:

Posta un commento